Nel ricco mosaico dei vitigni italiani, la Schiava emerge come un tesoro nascosto, un’autentica espressione del patrimonio enologico alpino. Prediletta nelle terre dell’Alto Adige e nelle valli trentine, questa varietà autoctona racconta storie di montagne, di tradizioni secolari e di una viticoltura che sa valorizzare le sfumature uniche dei territori montani. I suoi vini leggeri, freschi e profumati incarnano l’essenza di un luogo dove la natura e la mano dell’uomo si fondono in armonia.
Un tuffo nel passato: le radici medievali della Schiava
Le origini della Schiava affondano nel Medioevo, periodo in cui era tra le uve più coltivate nelle regioni montane del Nord Italia. Apprezzata per la sua produttività e resistenza ai climi freschi, rappresentava un pilastro dell’economia agricola locale. Il nome “Schiava” potrebbe derivare dalla “vite schiava”, un sistema di allevamento legato a pali di sostegno che facilitava la coltivazione in filari ordinati, semplificando il lavoro in vigna e sottolineando il legame tra la pianta e il territorio.
Nonostante un periodo di declino nel XX secolo, complice l’ascesa di vitigni internazionali, la Schiava sta vivendo una rinascita grazie all’impegno di vignaioli appassionati che credono nel valore delle varietà autoctone. Oggi, questa uva torna a essere protagonista, conquistando nuovi estimatori con il suo carattere autentico.
Le gemme dell’Alto Adige: Santa Maddalena e Lago di Caldaro
La Schiava è il cuore pulsante di due prestigiose denominazioni altoatesine: Santa Maddalena e Lago di Caldaro.
Santa Maddalena nasce sulle colline omonime nei dintorni di Bolzano. Qui, il microclima più caldo permette alla Schiava di esprimersi con maggiore intensità e complessità. Il vino che ne deriva è elegante, con profumi di ciliegia matura e mandorla amara, arricchito da delicati accenni speziati. Rappresenta l’eleganza e la tradizione della viticoltura locale, un rosso che conquista per la sua armonia.
Lago di Caldaro, invece, si estende attorno all’omonimo specchio d’acqua, dove la Schiava trova un habitat ideale tra temperature miti e suoli argillosi. I vini di questa zona si distinguono per la loro leggerezza e piacevolezza, con profumi fragranti e un gusto fresco e beverino. Sono i vini dell’amicizia, da condividere in allegria, magari durante un picnic all’aperto o una cena informale tra amici.
La rinascita di un vitigno
Negli ultimi anni, la Schiava ha riconquistato l’attenzione di produttori e appassionati. In un’epoca in cui si riscoprono i valori della sostenibilità e dell’identità territoriale, questo vitigno offre un’alternativa affascinante ai rossi più strutturati. Vignaioli lungimiranti stanno sperimentando nuove tecniche di vinificazione, come affinamenti più prolungati o pratiche agronomiche biologiche e biodinamiche, per esaltare ulteriormente le sue potenzialità.
Questa rinnovata passione sta contribuendo a valorizzare le tradizioni vitivinicole dell’Alto Adige, promuovendo la tutela dei vitigni autoctoni italiani e arricchendo il panorama enologico con vini di grande personalità e autenticità.

