Pasqua è sinonimo di rinascita, di tavole imbandite e sapori antichi che si tramandano di generazione in generazione. Tuttavia, accanto alle colombe, alle pastiere e ai casatielli, esistono tradizioni culinarie meno conosciute, originali e, a volte, decisamente bizzarre.
Partiamo dal Piemonte, precisamente a Ivrea, dove la Pasqua è occasione per il curioso rito della “Fagiolata di Pasqua“: grandi pentoloni di rame fumanti pieni di fagioli vengono preparati e distribuiti gratuitamente alla popolazione. Un gesto simbolico e propiziatorio che unisce tutta la comunità.
Scendendo in Toscana, nel paesino di Castiglione d’Orcia, troviamo la particolare “Festa del ciambellino“, dolce semplice e croccante preparato con farina, zucchero, olio e semi di anice. La stranezza? Prima di consumarlo, ogni ciambellino viene benedetto in chiesa per garantire abbondanza e fortuna per tutto l’anno.
Ma forse la più singolare delle tradizioni pasquali è quella che si celebra in Calabria, a Verbicaro, dove il protagonista è il “Sanguinaccio Pasquale“: un dessert cremoso a base di sangue di maiale, cacao, zucchero e spezie. Una ricetta antica e insolita, che non tutti apprezzano, ma che rappresenta l’identità culturale di questo angolo di Calabria.
Non possiamo dimenticare l’Abruzzo, con la sua particolarissima “Pizza di Pasqua”, non una pizza tradizionale, bensì una sorta di panettone salato ricchissimo di formaggi e salumi. Viene consumato la mattina di Pasqua, accompagnato rigorosamente da uova sode.
E per finire, una tradizione dolce, stavolta sarda: “Su Cocoi”, un pane artistico a forma di ghirlande, uccellini o croci, decorato minuziosamente a mano e offerto come dono simbolico di amicizia e augurio durante la Settimana Santa.
Le tradizioni culinarie pasquali in Italia sono davvero tante e sorprendenti: ogni paese custodisce la sua ricetta e i suoi rituali, ciascuno con una storia che vale la pena conoscere, preservare e, perché no, anche assaggiare almeno una volta nella vita.

