Il lato oscuro delle degustazioni: errori, miti e autoinganni che (forse) commetti anche tu

Tutti degustatori… ma quanti davvero consapevoli?

Assaggiare un vino o un distillato non è soltanto un rito di convivialità, ma anche un piccolo viaggio nei sensi. Quante volte ci siamo ritrovati, magari davanti a un calice importante o a un whisky d’autore, a interrogarci se stavamo “capendo” davvero quello che avevamo nel bicchiere? In un mondo sempre più affascinato dall’esperienza della degustazione – tra masterclass online, fiere e storytelling social – spesso ci si dimentica che l’approccio più autentico è quello guidato dalla curiosità, dalla consapevolezza e da un pizzico di umiltà.

Dietro ogni assaggio, infatti, si nascondono piccole trappole, autoinganni, convinzioni sbagliate che possono rovinare l’esperienza oppure renderla ancora più interessante, se riconosciute. Entriamo allora nel “lato oscuro” delle degustazioni: un territorio fatto di errori comuni, miti da sfatare e suggestioni che spesso influenzano più di quanto immaginiamo.

Gli errori più comuni quando si assaggia (e come evitarli)

  1. Non fidarsi del proprio naso e del proprio palato
    Molte persone, soprattutto agli inizi, tendono a mettere in dubbio le proprie percezioni. Se sentite un profumo in un vino rosso che nessun altro coglie, oppure avvertite una nota pungente in un gin che sulla carta dovrebbe essere floreale, non pensate di aver sbagliato. Il gusto, come l’olfatto, sono estremamente personali, modellati da abitudini, ricordi e persino dallo stato d’animo del momento. Imparare ad ascoltarsi è il primo passo verso una degustazione autentica.
  2. La temperatura e il bicchiere “improvvisati”
    Può sembrare un dettaglio per esperti, ma la temperatura di servizio e il tipo di bicchiere cambiano in modo drastico la percezione aromatica di un vino o di un distillato. Una bollicina servita troppo calda perde la sua freschezza, così come un whisky servito in un tumbler troppo grande rischia di disperdere i profumi più delicati. Sperimentate: provate a confrontare lo stesso vino in due bicchieri diversi o a variare la temperatura di servizio. La differenza, vi assicuriamo, è sorprendente.
  3. Assaggiare subito dopo cibi forti o aromatizzati
    Non è raro sottovalutare l’impatto del cibo appena consumato sulle papille gustative. Un piatto ricco di aglio, una fetta di formaggio stagionato o anche solo un caffè possono “mascherare” o addirittura alterare le note di un grande vino. Se volete gustare a pieno un distillato o un vino pregiato, dedicatevi un piccolo rituale: acqua naturale per pulire il palato e, se possibile, qualche minuto di attesa dopo un pasto importante.
  4. Farsi influenzare dal gruppo o dall’atmosfera
    La compagnia, il luogo, la musica di sottofondo: sono elementi che contribuiscono in modo potente alla percezione del gusto. Un vino può sembrare straordinario durante una serata in buona compagnia, ma molto più “normale” degustato in solitudine. Questo non significa che il piacere sia minore, ma che l’ambiente e l’emotività giocano un ruolo enorme, spesso sottovalutato, nelle nostre scelte e nei nostri ricordi.

Il potere della suggestione: ciò che ci influenza senza accorgercene

Da sempre, l’essere umano è sensibile alle suggestioni. Pensate a quante volte un vino vi è stato presentato come “eccellente, da collezione”, oppure a quanto può influire sull’aspettativa la forma della bottiglia o il suo prezzo. Il cervello elabora ogni informazione, anche inconsciamente, e la trasforma in aspettativa. Esistono decine di esperimenti, anche tra sommelier professionisti, che dimostrano come un’etichetta prestigiosa o un prezzo elevato portino spesso a valutazioni più alte, anche quando il vino nel calice è lo stesso di uno “anonimo”.

La suggestione può essere alimentata anche da dettagli banali: una tovaglia bianca, una location elegante, la luce soffusa, o il racconto di chi versa il calice. Il bello, però, è che conoscendo questi meccanismi ci si può divertire a smascherarli, magari degustando “alla cieca” o lasciando che sia solo il proprio naso e il proprio palato a parlare.

Miti da sfatare: verità e bugie su vino e spirits

“Il vino deve sempre respirare”
Non tutti i vini, e soprattutto non tutti i distillati, beneficiano dell’ossigenazione. Alcuni bianchi giovani o rossi leggeri, ad esempio, possono perdere vivacità se lasciati troppo a lungo nel bicchiere. È importante capire quando l’aerazione è utile (grandi rossi, distillati complessi) e quando invece è meglio gustare subito per cogliere le sfumature più fresche.

“Il whisky torbato è solo scozzese”
La torba è una componente aromatica che si ritrova in whisky di tutto il mondo, dal Giappone alla Francia, fino anche a piccole produzioni italiane. Legare in modo assoluto un gusto o un aroma a un paese è spesso fuorviante: oggi il panorama degli spirits è globale e ricco di contaminazioni.

“Il vino buono deve avere un prezzo alto”
Il prezzo racconta una storia, certo, ma non sempre è garanzia di qualità assoluta. Esistono vini e distillati eccellenti a prezzi molto accessibili, spesso prodotti da realtà meno conosciute ma attente al territorio e alle lavorazioni. Imparare a scegliere con curiosità è il modo migliore per ampliare i propri orizzonti.

Piccoli test casalinghi per scoprire i propri autoinganni

Vuoi capire quanto sei influenzabile? Ecco alcuni giochi che puoi fare a casa, da solo o con amici:

  • Degustazione bendata: chiedi a qualcuno di versarti due vini diversi (magari uno bianco e uno rosso leggero) in calici identici e alla stessa temperatura. Riesci a riconoscerli senza vedere il colore?

  • Esperimento della temperatura: assaggia lo stesso vino prima molto freddo e poi a temperatura ambiente. Riesci a percepire le differenze nei profumi e nella struttura?

  • L’effetto gruppo: fai una degustazione con più persone e confronta le descrizioni: spesso noterai che ci si influenza a vicenda, anche senza volerlo.

Confronta bicchieri diversi: prova lo stesso distillato in un tumbler basso e in un bicchiere a tulipano. Quale differenza noti nell’intensità e nella complessità aromatica?

Sono esercizi semplici, ma spesso sorprendenti, che aiutano a conoscere meglio i propri sensi e a sviluppare una maggiore consapevolezza.

Quando la degustazione diventa puro piacere

In fondo, degustare non dovrebbe mai trasformarsi in un esercizio di perfezione o in una gara a chi riconosce più aromi nel bicchiere. Il vero segreto è lasciarsi guidare dal piacere e dalla curiosità, senza paura di sbagliare. Ogni degustazione è un piccolo viaggio personale, dove imparare qualcosa di nuovo su se stessi e su ciò che si ama.

Essere consapevoli degli autoinganni, delle suggestioni e dei piccoli miti che ci circondano rende l’esperienza più ricca, ma non deve mai privarla del suo lato più umano e giocoso. Alla fine, il bello del vino e dei grandi spirits è proprio questo: poterli condividere, raccontare, sperimentare – anche sbagliando, ogni tanto – con leggerezza e passione.

 

Noi di Vino&Cioccolato crediamo molto nell’approccio consapevole alla degustazione. Ogni anno organizziamo corsi introduttivi e di approfondimento dedicati a chi vuole davvero capire il vino, sviluppare il proprio gusto personale e imparare a degustare senza farsi condizionare dai luoghi comuni. Se vuoi affinare i tuoi sensi e vivere il mondo del vino in modo più autentico, tieni d’occhio le nostre comunicazioni: scoprirai presto le date dei prossimi appuntamenti.