Come si accompagna il vino rosso a pietanze autunnali

Ci sono stagioni che chiedono lentezza, profumi avvolgenti e calici capaci di raccontare storie. L’autunno è una di queste. Quando il bosco si tinge di rame e la cucina si riempie di aromi di funghi, castagne e spezie, il vino rosso torna al centro della tavola. È il momento in cui ogni sorso deve saper rispondere al calore del piatto, al suo carattere e alla sua profondità.

Il segreto dell’equilibrio

Abbinare un rosso alle pietanze autunnali è un esercizio di armonia. Non basta scegliere un vino corposo: serve comprendere la struttura del piatto, il suo equilibrio tra dolcezza e acidità, la texture degli ingredienti. Un risotto ai funghi, ad esempio, chiede un rosso che non copra ma accompagni, con tannini levigati e profumi terrosi. Un brasato, invece, pretende spalle larghe: un vino che resista alla lunga cottura e che sappia amplificare la sua complessità.

Il vino giusto non si impone, ma dialoga. La dolcezza naturale della zucca o delle castagne trova contrasto in una buona acidità; l’intensità della selvaggina ha bisogno di un tannino deciso che ne sostenga la forza; le note umami dei funghi si esaltano con rossi dal profilo elegante e persistente.

L’arte del servizio

Anche la temperatura e il calice contano. I vini strutturati danno il meglio tra i 17 e i 19 gradi, mentre quelli più leggeri si apprezzano intorno ai 15-16. Un bicchiere ampio aiuta a sprigionare i profumi, una breve decantazione può ammorbidire i tannini più giovani. E, soprattutto, l’ordine del pasto deve seguire una logica: prima i rossi più delicati, poi quelli di corpo crescente, in una progressione naturale di intensità.

Una stagione da gustare

In autunno il vino rosso non è solo bevanda: è complice. Accompagna le serate più lunghe, si intreccia ai sapori della terra e restituisce quella sensazione di calore che solo un buon calice può offrire. Scegliere il rosso giusto significa ascoltare il piatto, riconoscerne il ritmo e lasciarsi guidare dall’equilibrio.

Ogni abbinamento, se ben pensato, diventa un piccolo dialogo tra aromi e sensazioni: la forza del vino incontra la morbidezza della pietanza, l’acidità taglia la dolcezza, la struttura abbraccia la cremosità. È così che si crea magia nel piatto e nel bicchiere, quella magia che rende l’autunno la stagione più poetica per chi ama il vino.

 

Tre vini perfetti per la stagione

Chianti Classico Riserva 2020 – Monsanto
Un grande Sangiovese toscano che unisce eleganza e forza. Il suo equilibrio tra tannini levigati e freschezza lo rende ideale con piatti a base di funghi o carni rosse. Ottimo con un risotto ai porcini o un arrosto profumato alle erbe.

Domaine Bertagna Hautes-Côtes de Nuits Pinot Noir
Un Pinot Nero di Borgogna che si distingue per armonia e finezza. Con i suoi sentori di frutti rossi e la delicata acidità accompagna alla perfezione primi piatti autunnali, dai tagliolini al tartufo alle lasagne di funghi e formaggi.

Basilisco “Storico” Aglianico del Vulture Superiore DOCG
Rosso potente e profondo, simbolo della Basilicata, è il compagno ideale per formaggi stagionati, brasati o piatti di selvaggina. I suoi tannini setosi e il lungo finale raccontano la mineralità del suolo vulcanico e la complessità della terra da cui nasce.