La Storia del Rum: dalle origini caraibiche a icona mondiale

Le origini: il dolce incontro tra zucchero e fermentazione

Le prime bevande fermentate di canna da zucchero affondano le radici nell’antichità, in regioni come l’India e la Cina, dove si consumavano vini di canna sin dal XIV secolo. Tuttavia è nei Caraibi del XVII secolo che nasce davvero quella bevanda che oggi chiamiamo rum: nelle piantagioni di Barbados, Giamaica e Puerto Rico, gli schiavi scoprono che le melasse residue della produzione di zucchero possono fermentare e venire distillate, dando vita a un liquore forte e “diabolico”, noto con nomi come Kill-Devil o rumbullion.

La diffusione e l’espressione coloniale

Entro la metà del XVII secolo Barbados risulta essere il fulcro mondiale del rum, con la prima testimonianza scritta risalente al 1651. Grazie alla durabilità e al potere alcolico, il rum spopola tra marinai, pirati e coloni: diventa merce primaria nello scambio triangolare tra Africa, Caraibi e colonie americane . In Europa, la Gran Bretagna adotta il rum della Royal Navy come razione regolare sino al 1970, spesso miscelandolo con lime o succo per prevenire lo scorbuto.

Il potere economico, politico e sociale

Il rum ha giocato un ruolo rilevante nell’economia coloniale: era usato come valuta per l’acquisto di schiavi, contribuendo all’espansione del commercio triangolare e al rafforzamento del capitalismo atlantico. Il malcontento per imposte come il Molasses Act (1733) e il Sugar Act (1764) verso gli inglesi fu un tassello della crescente tensione che portò alla Rivoluzione Americana.

Innovazione tecnologica e nuove qualità

Fino alla metà del XIX secolo, il rum era principalmente scuro e forte, destinato a consumi popolari. A metà del 1800, innovazioni come la distillazione continua, il filtraggio al carbone e l’invecchiamento in botti – iniziative portate avanti da Facundo Bacardí a Cuba – trasformano il rum in una bevanda più raffinata, dando origine ai moderni rum chiari e ambrati.

L’ascesa globale e il revival moderno

Col declino della schiavitù e la crescita della popolarità del whiskey, il rum subisce un periodo di contrazione nel XIX secolo. Ma dalla seconda metà del XX secolo, e soprattutto negli ultimi decenni, ha conosciuto una rinascita straordinaria. La mixology moderna e il mercato dei rum premium hanno rilanciato l’interesse verso produzioni artigianali e stilistiche raffinate, paragonabili a whisky e brandy di pregio.

Dal patrimonio all’innovazione contemporanea

Oggi la distillazione di rum è presente in tutto il mondo, ma i Caraibi restano il cuore storico e culturale. Da Barbados, patria del Mount Gay (la più antica distilleria al mondo: fondata nel 1703) , a Cuba, Haiti (con Barbancourt dal 1862), Repubblica Dominicana e Puerto Rico, la diversità di stili (agricole, scuri, chiari, speziati, overproof) riflette territori e tradizioni diverse.

Il rum non è solo un distillato: è un potente simbolo di colonialismo, capitalismo, ingegno, oppressione, salvezza dal mare e innovazione. Degustarlo significa percepire quei secoli di evoluzione, dal rustico Kill-Devil ai pregiate rum agricole di oggi.